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Riccardo Donadon

Intervista a Riccardo Donadon

Intervista di Mariangela Della Monica

H-Farm è un Venture Incubator che opera a livello internazionale in ambito Web, Digital e New Media, favorendo lo sviluppo di startup basate su innovativi modelli di business. Parteciperete all’Internet Festival con “Storming Pizza”, ci può spiegare di cosa si tratta e quali sono gli obiettivi che vi proponete attraverso questo originale formar?

Lo Storming Pizza è il nostro modo di interpretare il “colloquio di lavoro”. Direi che si tratta di un momento di presentazione, condivisione e discussione. Si parla di startup digitali. Di idee di business innovative. Si parla di web. Nasce come evento interno: un momento di riflessione sulle novità del web, un’occasione per proporre spunti interessanti e suggerire idee di business. Funzionava così abbiamo pensato di farlo diventare parte integrante del processo di selezione delle proposte di investimento. H-Farm riceve 600|700 progetti l’anno e investiamo nei migliori 10: i più interessanti sono invitati a presentare la loro idea. Lo abbiamo inventato perché pensiamo sia un ottimo modo di conoscere di persona i ragazzi che ci propongono le loro iniziative. Per approfondire i progetti presentati e allo stesso tempo per spiegare il modello di investimento di H-Farm. Il tono è assolutamente informale (come del resto il clima in H-Farm) ma non bisogna farsi ingannare poiché  l’evento è invece molto professionale. Ad ogni appuntamento vengono presentate 3 o 4 idee: 6 minuti di presentazione, 15 minuti di Q&A e alla fine discussione libera. Le selezioni avvengono periodicamente o nella sede di H-Farm o in giro per l’Italia

E’ già qualche anno che portate in giro per l’Italia il format dello “Storming Pizza”, ci può elencare i risultati più eclatanti, magari di qualche idea che attraverso di voi ha trovato finanziatori ed è riuscita a concretizzarsi?

Degli oltre 600 progetti arrivati negli scorsi 12 mesi, 80 sono passati allo Storming Pizza ed entrati nelle fasi finali di valutazione dell’investimento. Corso12, Garage, Grow the Planet e Gowar sono tra le ultime startup lanciate, tutte passate per lo Storming Pizza, e che stanno dando ottimi risultati.

Garage, ad esempio, un app per comprare e vendere le proprie cose insieme agli amici, direttamente dalla tasca, dopo pochi mesi dal lancio ha ricevuto un ingente investimento da Balderton Capital, uno dei più grandi Venture Capital europei. Il fondo inglese non investiva su una società italiana dal 2002, anno in cui aveva scommesso su Yoox. La stessa Grow the Planet ha ricevuto un finanziamento da parte di Veneto Sviluppo e stretto partnership di rilievo con Slow Food, Legambiente, …

 Al Festival si parlerà di internet da tante diversi punti di vista. Si parlerà anche del rapporto, difficile, tra giovani e lavoro e di start up nate intorno alla rete. Crede che il web offra opportunità in più per ‘sfondare’ a chi ha buone idee? Visto che H-Farm è radicata a livello internazionale, con sedi in Usa, India e Regno Unito, può dirci se all’estero i giovani geni della rete riescono ad avere maggiori opportunità di quanto accade in Italia?

Ovviamente sì, il web e in generale le tecnologie digitali offrono grandi possibilità: in questo campo più che altrove vengono meno l’età, i profili di carriera e quelli accademici e chi è in grado di costruirsi da sè il proprio business ha di fronte a se un mondo di occasioni. E’ uno dei pochi campi in cui, già oggi, sono le nuove generazioni a insegnare a quelle precedenti.

Questo non significa che sia facile, ma oggi il “costo-opportunità” per provare – per lanciarsi – è davvero basso, soprattutto in Italia, dove i percorsi professionali tradizionali sono certamente poco dinamici.

Germania, Regno Unito o USA sono mercati più maturi da questo punto di vista. In Italia ultimamente è stata dedicata grande attenzione al tema dell’imprenditoria digitale; è ancora presto per tirare le somme, ma certamente il potenziale non ci manca: il numero di proposte di investimento è in costante aumento anno-su-anno e anche la qualità delle startup nostrane è in crescita (per quello che vediamo nelle nostre sedi di Seattle o Mumbai, le idee di business italiane non hanno nulla da invidiare al resto del mondo), ora tocca a noi investitori!