Cos’è? Com’è nato? Perché si chiama così? Che impatto ha oggi sul mondo telematico?
Quasi tutti sanno che cos’è lo Spam, e sembra superfluo spiegarlo. L’Internet Festival però, l’abbiamo detto più volte, sarà un evento con momenti di intenso approfondimento dedicati ai “tecnici” e momenti di semplice divulgazione rivolti a chi della Rete non sa molto e vorrebbe conoscere di più.
Iniziamo quindi spiegando rapidamente cos’è lo Spam: si tratta di una tecnica commerciale che consiste nell’invio in massa di messaggi pubblicitari a molti destinatari i quali non hanno dato il consenso alla ricezione di comunicazioni da parte dell’azienda che effettua l’invio. Tradotto in parole più semplici: è la posta-spazzatura che arriva ad ogni persona che abbia un indirizzo mail.
Adesso che abbiamo risposto alla prima domanda, facciamo un salto e passiamo all’ultima: che impatto ha lo Spam sul mondo telematico? Se si prova a cercare in rete la parola “spam” si noterà che il termine che più spesso gli viene affiancato è “piaga”. E’ così infatti che viene visto: la piaga di Internet.
Saranno in molti a questo punto a dire: “ehi, lo spam è certamente fastidioso, ma definirlo una piaga è esagerato! Si tratta soltanto di un po’ di pubblicità”
Un po’ di pubblicità? I molti studi effettuati sono discordanti riguardo alle cifre, ma tutti affermano che almeno il 70% delle e-mail inviate globalmente sono messaggi di Spam. Nel 2006 (quindi 6 anni fa – preistoria, visti i ritmi di crescita fulminanti di Internet) le mail di Spam inviate erano circa 55 miliardi al giorno (su spamhaus si possono trovare dati riguardanti le nazioni maggiormente responsabili dell’invio di spam – l’italia è decima – e addirittura le identità dei più grandi spammer).
Passiamo quindi alla seconda domanda: com’è nato lo Spam?
L’invio di messaggi indesiderati esiste praticamente da quando esiste la pubblicità, ma fino all’invenzione delle e-mail non si può parlare di vero Spam. La prima attività di questo tipo risale dunque al 1 maggio 1978 ad opera della DEC, società di informatica oggi inglobata nel gruppo Hewlett-Packard, la quale operava principalmente nella east coast americana e desiderava trovare nuovi clienti ad ovest. Fu così che gli utenti di ARPANET appartenenti alla west coast si videro arrivare il primo messaggio pubblicitario di massa inviato via mail. A questo link potete leggere il contenuto di quel primo messaggio, le reazioni delle “vittime” e altre curiosità.
Resta da rispondere all’ultima domanda: perché lo Spam si chiama così?
La risposta è: carne in scatola. Nel secondo dopoguerra in Gran Bretagna moltissimi generi alimentari furono inseriti nel programma di razionamento ma fra questi non c’era la SPAM, un tipo di carne in scatola che divenne parte integrante della dieta degli inglesi. Si trovava su tutte le tavole, e come sempre accade quando si mangia un certo cibo per un lungo periodo, si sviluppo’ un certo tedio da parte dei consumatori che, comunque, avevano poche alternative.
L’onnipresenza della SPAM spinse i Monty Python – famoso gruppo comico inglese – a realizzare il video che potete vedere qui sotto in cui, in un’osteria, tutti i piatti sono a base di SPAM.
La ripetizione ossessiva della parola SPAM spinse i primi utenti di Internet ad associare il nome della carne in scatola alla pratica commerciale dei messaggi indesiderati.
Adesso che avete le idee più chiare sullo Spam, godetevi il video della SPAM.
Oh, a proposito! L’azienda SPAM esiste ancora. Chissà quante visite giungono sul sito dell’azienda e chissà quante di esse sono di utenti che cercano notizie riguardo allo Spam e quante invece di persone che vogliono carne in scatola.
Buona visione! 😉