Blog
anonymous

Verso un’etica “Pirata”

La Rete negli ultimi anni è stata causa e motore del radicale cambiamento al quale stiamo assistendo, rispetto al modo di concepire la società dal punto di vista comunicativo, politico ed economico. I media tradizionali sono in una fase di forte ridiscussione ed è sempre crescente l’utilizzo del web come canale preferenziale anche per i contenuti politici e  amministrativi. I social media hanno sovvertito la comunicazione monodirezionale, propria di radio, tv e stampa diventando uno strumento irrinunciabile per il dibattito politico moderno attraverso il quale commentare e interagire con politici, giornalisti e conduttori. L’elezione di Barack Obama ha segnato il punto di svolta, e di non ritorno, rispetto al rapporto tra politica, comunicazione e uso del web.

elezioni obama

In Italia si segnala l’ascesa del Movimento 5 Stelle, che ha giocato la sua campagna mediatica per la quasi totalità sui social network, e le interazioni con i cittadini del governo Renzi grazie al lancio dell’hashtag #MatteoRisponde. La presenza in Rete non assicura certo di per sé l’efficacia della comunicazione. Molto spesso la gestione del web non è tale da produrre i risultati sperati. In Italia come in altri paesi si fa un gran discutere rispetto al fenomeno della “democrazia digitale”, ancora ben lontani da un modello operativo concreto ed efficace. Fabio Chiusi, giornalista e blogger, recentemente protagonista di una delle tracce del tema di maturità con il brano ”Trans Umano la trionferà” sulla tecnologia pervasiva, nel suo recente libro, Critica della democrazia digitale, affronta l’argomento sotto vari aspetti. L’autore analizza il tema sotto il profilo teorico, avvalendosi di una riflessione di Hans Kelsen e soprattutto di Norberto Bobbio e sotto il profilo empirico analizza varie esperienze di democrazia digitale in Svizzera, Islanda, Cile, Finlandia, Estonia, Stati Uniti e Italiache hanno prodotto con risultati modesti. Il rapporto tra tecnologia e politica è decisamente complesso e il rischio, sostiene Chiusi, è quello di riporre eccessive aspettative rispetto al ruolo salvifico della tecnologia su una politica ormai fortemente compromessa. Non possiamo comunque parlare di democrazia digitale senza affrontare i temi che riguardano la cultura Hacker, i movimenti sociali transnazionali degli ultimi anni, da Occupy Wall Street alla Primavera Araba, da Anonymous ai partiti pirata che stanno ridefinendo il rapporto fra politica e Rete e sovvertendo molte tesi del passato.

Occupy Wall Street protesters work on laptops in Zuccotti Park in New York

Proprio nella passata edizione di Internet Festival, durante l’evento” Societing Revolution: verso una modernità pirata, insieme a Ravi Sundaram, Alex Giordano, Alessandro Delfanti, Maitrayee Deka, Carlo Saverio Iorio, Jaromil e Adam Arvidsson abbiamo affrontato tematiche come: accesso all’informazione, copyright, diritti civili, privacy dell’individuo e trasparenza degli Stati.

Per chi se lo fosse perso segue il video:

La discussione mette in evidenza la crisi dell’attuale società che dovrebbe sfruttare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, mettendo appunto nuovi modelli organizzativi, nuovi processi produttivi. Occorre ridefinire il concetto di economia dando spazio a dinamiche di ri-creazione, circolazione libera del sapere e condivisione dei mezzi di produzione per un’economia più sostenibile.

Quanto si possono contaminare gli approcci istituzionali con quelli underground? Quanto nel nostro quotidiano una modernità pirata favorisce uno sviluppo positivo e virtuoso? Possiamo arrivare a concepire le dinamiche illegali come dinamiche evolutive?

Il dibattito continua a IF 2014! Molte sorprese e novità ci attendono su questi temi anche per l’edizione 2014…

Stay tuned!!!