Esattamente 24 anni fa, il 6 agosto del 1991, il ricercatore del Cern Tim Berners-Lee trovò la soluzione al problema di come condividere documenti tra studiosi, sviluppando un software basato sul concetto di ipertesto, cui darà il nome World Wide Web: “è più un’innovazione sociale che un’innovazione tecnica. L’ho progettato perché aiutasse le persone a collaborare, e non come un giocattolo tecnologico. Il fine ultimo del Web è migliorare la nostra esistenza reticolare”. Con queste parole egli ricorda lo scopo centrale dell’invenzione, nata per esser usata soltanto dalla comunità scientifica. Internet e Comunità sono pertanto intimamente connesse fin dagli esordi. Su questo binomio e sulla relazione fra l’aggregazione locale e il confronto con le sfide contemporanee ho costruito il percorso tematico di LIVING CULTURA e la open call Spazio Internet Comunità.
Cominciamo a pregustare che cosa ci riserva la giornata di sabato 10 ottobre 2015.
Grazie alla call selezioneremo le migliori idee di servizio legate a specifiche comunità che vivono l’appartenenza a uno spazio fisico di riferimento, per incontrarsi, condividere esperienze personali, unire le forze, collaborare. Ai centri che già sperimentano le nuove pratiche dell’innovazione sociale in Italia è rivolta la chiamata, alla loro cultura di progetto e alla visione di futuro che immaginano per le loro comunità e per le città che cambiano spesso proprio grazie al loro impulso.
Come comunità, prima ancora della rigenerazione urbana in senso fisico-materiale, constatiamo la necessità di un lavoro paziente di manutenzione dei modelli mentali a cui ci riferiamo nel nostro con-vivere, perché siamo convinti che solo tramite (nuove o vecchie) abitudini sane di vita e di consumo si configurino modelli democratici ed economici sostenibili che coinvolgono reti di produttori e consumatori consapevoli e solidali.
Si tratta di una riflessione che è una domanda aperta e una pagina tutta da scrivere alla ricerca dei giusti modi per facilitare questi processi partecipativi e render conto del valore sociale che generano.
È per abbracciare tale complessità che abbiamo bisogno di guardar altrove e tornare a veder con altri occhi la nostra realtà, per imparare, per provare, sbagliare e apprendere, per allenarci a progettare insieme il futuro che, nei limiti della nostra concretezza, possiamo agire. La cultura diventa così il nostro laboratorio di “localismo cosmopolita”. Una sperimentazione che avviene in quegli spazi che sono essi stessi il risultato di una co-produzione di comunità in un mondo connesso.
Della cultura – leva per sollevare il mondo ci parlerà Christian Caliandro.
Sul placemaking locale e cosmopolita farà luce Ezio Manzini.
Ogni buon inizio non prosegue se non ha gambe per camminare. Per questa ragione è fondamentale capire quali sono gli strumenti che abbiamo a disposizione per far crescere le nostre piccole grandi “imprese” di comunità.
Andrea Baranes ci mostrerà attraverso alcuni esempi come la finanza possa trasformarsi da problema a soluzione, mostrandoci quanto incide l’uso del nostro denaro sulla situazione attuale e permettendoci di capire come la finanza etica possa essere un’alternativa concreta per non esserne complici, oltre che vittime.
La parte finale della giornata sarà dedicata alla parola utopia: con Luca Mori ascolteremo “Ci sarà una volta”, una storia tratta dall’immaginazione dei bambini sul futuro delle tecnologie, delle comunità e dei paesaggi di vita umani.
Infine toccherà a Jasper Visser raccogliere le energie degli interventi precedenti, la fibrillazione dei finalisti sotto esame e le evocazioni del tempio di conoscenza che ci ospiterà, la Scuola Normale Superiore di Pisa, per lanciare delle suggestioni sull’uso del Patrimonio culturale per dar forma al futuro.
Come si fa a non esserci? È di Noi che parleremo!
Buona estate e a presto!
Giancarlo Sciascia
Curatore di Living Cultura
Ricercatore Fondazione Bruno Kessler