Chiara Spinelli (@ChiaraPeggy su twitter) nel 2010 ha partecipato in qualità di project manager alla nascita di Eppela, progetto di crowdfunding ideato da Nicola Lencioni (dall’inglese crowd, folla e funding, finanziamento) che permette di raccogliere fondi per progetti (artistici, scientifici, imprenditoriali), attraverso la condivisione in rete e il finanziamento da parte della web community. È fondatore di ICN – Italian Crowdfunding Network, realtà che si adopera per consentire un corretto sviluppo del crowdfunding in Italia, e attualmente lavora presso il CNR di Pisa. Per Internet Festival, è la curatrice della sezione Cinema e web, che si svolgerà presso l’Arsenale di Pisa tra incontri con ospiti e proiezioni; sarà inoltre tra i relatori del panel dal titolo “La collaborazione come nuovo motore di innovazione sociale”, in programma giovedì 10 ottobre alle ore 17.20 presso il Palazzo dei Congressi, a cui parteciperanno anche Jacopo Amistani e Massimo Menichinelli. Nel panel presenterà, tra le altre cose, ‘Crowdfuture’, un evento legato al crowdfunding che si svolgerà a Roma il 19 ottobre.
Intervista di Sara Chiarello
Quali passi in avanti si stanno facendo in Italia nel settore del crowdfunding?
Si sta muovendo tanto: secondo un’indagine sullo stato delle piattaforme di crowdfunding che stanno curando le mie colleghe di ICN, Daniela Castrataro e Ivana Pais, le piattaforme ad aprile di quest’anno erano 23, ed ora sono già 37. Un dato sorprendente, dovuto anche al Decreto crescita 2.0, deliberato a dicembre, a cui ha fatto seguito il regolamento Consob per il crowdfunding, presentato a giugno; contiene le misure volte ad agevolare la crescita delle start up, con incentivi fiscali per chi investe nel capitale sociale di imprese di “start up innovative”, e che prevede finanziamenti professionali attraverso crowdfunding. Questo pone l’Italia in condizione di avanguardia in Europa da un punto di vista legislativo (Fox News ci ha citato come caso esemplare), scatenando una vera e propria corsa per aprire piattaforme per le start up.
Possiamo pensare al crowdfunding, consapevolezza che parte dal ‘basso’, come un’alternativa reale alla mancanza di liquidità che attanaglia vari settori, come quello della cultura, nel nostro Paese?
L’argomento è specifico, e va a guardare l’economia della collaborazione, in grado, in un’epoca di crisi, di liberare risorse interne e stimolare la ripresa. Con ICN siamo nati nell’ultimo anno proprio per monitorare come si muove il fenomeno e come cresce, secondo un trend che vede sempre più piattaforme e sempre migliori esempi di crowdfunding. Essendoci una grande contrazione di risorse – ed essendoci sempre meno soldi per far partire le start up – ci si rivolge sempre più alla rete, sia per il libero finanziamento, che per il micro credito. Negli ultimi 3 anni abbiamo assistito ad una crescita spaventosa, anche se la cosa fondamentale non è la liquidità. La parola crowd, in tal senso, è fondamentale. Devi provare anche che la tua idea che abbia un potenziale interessato, un bacino di interesse sul web, che riesca a fare rete. Solo così puoi incontrare professionisti che migliorano le tue idee, e fare sinergia. Sono convinta che l’Italia debba ripartire anche dalla coesione e dalle buone idee.
La sezione cinema del festival è curata da te, con incontri e proiezioni riguardanti wikileaks, la tecnica del mashup (che mixa vari spezzoni di film insieme), e un focus sulle web series. Cosa dobbiamo aspettarci?
Sono molto felice di questo incarico: io mi occupo di web ma ho una laurea in cinema, e questo progetto unisce due parti importanti della mia vita, quella universitara e quella professionale. Alla realizzazione di questa parte di programma ha contribuito l’area cinema della Fondazione Sistema Toscana e la Toscana Film Commission: la loro preziosa collaborazione è stata fondamentale. Il venerdì è dedicato alla videoarte e al mashup quale sinonimo di riciclo creativo, con un incontro interessante, dal titolo “Mashup, remix”. Sarà condotto da Sandra Lischi, che a Pisa ha una delle cattedre più importanti di Europa sulle nuove tecnologie. Chiacchiereremo di come i nuovi media creino nuovi linguaggi. Sabato c’è un altro appuntamento che mi preme sottolineare, con il focus sulle web series, e l’incontro tra importanti produttori che definirei ‘tradizionali’ perchè abituati a ragionare attraverso una filiera tradizionale (tra cui Leonardo Ferrara della RAI e Andrea Salerno di Fandango), e nuovi produttori web, che utilizzano metodi quali il crowdfunding, la sceneggiature collettiva, a più mani. Spero che partecipino molti studenti, turisti, e persone di ogni età, perchè il nostro intento è di divulgare, fuori da linguaggi troppo tecnici.
Chiara Spinelli