Nell’era iper connessa qualsiasi business si trova a interagire in una rete sociale, fatta di pari, di utenti attivi che contribuiscono a creare valore, innovare, generare economie di scambio.
Il business a prova di futuro (#FUTUREPROOF) è quello in grado di comprendere che il suo ruolo oggi è quello di piattaforma abilitante e non più di attore di un business lineare. dove il produttore produce un valore consumato dal consumatore, l’utenti passivi.
Le migliori e più innovative aziende di tutto il mondo, da Apple a Google, da Airbnb a Arduino, hanno compreso questo ruolo e si pongono sul mercato con questo approccio: diventano piattaforme, abilitano i loro utenti a compartecipare alla produzione. Queste aziende “ecosistemiche” non solo si assicurano un futuro generando fortissimi legami con le comunità di riferimento da una parte si “digitalizzano” sempre di più, dall’altra sperimentano nuovi modelli organizzativi e nuovi rapporti aperti con l’esterno.
Nel frattempo, tutti i player che oggi giocano sul piano dell’innovazione sono costretti oggi a correre e sperimentare idee e prodotti sempre nuovi, sempre più personalizzabili dall’utente, sempre più adattabili e numerosi. Tutto questo entre un discorso globale sulla sostenibilità sia sociale che ambientale pone queste stesse aziende sotto i riflettori della società e le spinge a trasformarsi non solo organizzativamente ma anche profondamente, nel loro rapporto con la società stessa.
Cambiano oggi dunque non solo i prodotti, sempre più abilitanti e tendenti all’approccio piattaforma, ma cambiano anche i modelli di governance, di proprietà, di management (o non-management). Insomma cambia in un certo senso anche l’impresa e ci avviciniamo forse a quel Capitalismo 2.0 di cui si parla da anni.
Chi Sono?
Sono un praticante del pensiero lean e delle metodologie agili e ho potuto applicare queste pratiche di in contesti diversi e presso organizzazioni di diverso tipo, accorgendomi spesso che limiti culturali sono altrettanto complessi da superare, rispetto a quelli tecnici e organizzativi quando si parla di innovazione e cambiamento.
Tengo spesso Workshops per la creazione di strategie, per la progettazione di strategie e obiettivi: credo molto nella co-creazione perchè è in grado di fare molto di più che ore e ore di consulenza.
Sono un blogger e uno speaker: il più delle volte parlo di innovazione, disruption, resilienza e ecosistemi digitali, il mio lavoro in questi ultimi anni si è accentrato sui temi del Business Multi-Lineare e Multi-Stakeholder, sulle cosidette “piattaforme” e sugli “ecosistemi”.
Sono Connector italiano di OuiShare (vedi ouishare.net) e co-fondatore di Hopen Think Tank (hopen.it) oltre che occuparmi di strategia per diversi prodotti e aziende che si occupano di Open Source, soprattutto nel campo dell’Hardware. In effetti lavoro anche molto i modelli di business della produzione aperta e distribuita: sono co-chair dell’Open Source Hardware Summit 2014 – che si terrà a Roma poco prima del Festival durante l’Iinnovation Week e platform strategist per OSVehicle.
Sono stato curatore l’anno scorso per IF della parte dedicata all’Economia Collaborativa, o Sharing Economy, ma quest’anno, con take the money, anche in linea con i vari sviluppi e all’ampio discorso oggi in atto sul tema “Trasformazione” , abbiamo pensato di alzare un po’ l’asticella e spiegare quello che potrà essere il ruolo e il meccanismo di funzionamento delle aziende di domani.
Foto di Stefano Borghi: www.stefanoborghi.com